SERATA DI INAUGURAZIONE BCM
CON JONATHAN COE
15 NOVEMBRE ORE 20.30
TEATRO DAL VERME
VIA SAN GIOVANNI SUL MURO, 2 MILANO
Tra una settimana inizierà BookCity Milano 2018 e, come da tradizione, alla fine della prima giornata si terrà la serata di inaugurazione presso il Teatro Dal Verme. L’ospite d’eccezione di quest’anno? Jonathan Coe, autore britannico della Famiglia Winshaw, La banda dei brocchi e Numero undici, che proprio in questa occasione riceverà il Sigillo della città dal Sindaco di Milano, Giuseppe Sala.
Jonathan Coe
e il futuro che non ci aspettavamo
Con Jonathan Coe e Barbara Stefanelli
Jonathan Coe intervistato da Barbara Stefanelli.
Una porta d’accesso per portarci a comprendere, con il sorriso, il mondo in cui viviamo: nazionalismo, austerità, giochi olimpici, politicamente corretto, Brexit, famiglie in crisi e identità politiche.
In un continuo salto fra la sfera pubblica e l’intimità del privato, la satira e la lucidità critica di Jonathan Coe ci raccontano l’ultimo decennio del Regno Unito, sospeso tra rabbia e delusione, confusione
e nostalgia.
Nell’occasione Jonathan Coe riceverà il Sigillo della città dal Sindaco di Milano, Giuseppe Sala.
La mia prima esperienza di Milano fu molto breve: diedi un veloce sguardo alla città quando
ci passai nel 1975, all’età di tredici anni, mentre andavo verso Napoli. Nondimeno, quel viaggio
è stato una delle grandi avventure della mia giovinezza. Fu forse per questo che, tornando a Milano vent’anni più tardi, mi sembrò quasi di tornare a casa. Avevo pubblicato un romanzo intitolato
“La famiglia Winshaw” ed era una nuova esperienza per me, quella di vedere un mio libro tradotto in altre lingue.
Non sapevo cosa aspettarmi: però gli italiani, forse più di ogni altro popolo, accettarono il mio lavoro e sembrarono salutarlo con comprensione e riconoscimento. Il calore con cui i miei libri sono stati accolti in questo Paese è strettamente associato, nella mia mente, proprio alla città di Milano. Ogni visita qui continuo a sentirla come un ritorno a casa e ciò ha
poco a che fare con l’architettura della città, con la sua storia o il suo cibo – per quanto splendide siano tutte queste cose. Succede a causa delle persone che ho incontrato qui, e delle amicizie che mi legano a questa città: amicizie che hanno origine nella letteratura, e perciò nelle correnti più profonde del sentire umano. È per questo, soprattutto, che vorrei ringraziare le persone di Milano – perché mi fanno sempre sentire a casa: tanto oggi, da uomo adulto, quanto la prima volta
che venni qui da ragazzino, tredici anni e gli occhi spalancati.