NEW!! TORNABUONI ARTE PRESENTA IL FOCUS SULL’OPERA DI GRANDE ATTUALITA’ DI ALIGHIERO BOETTI “AUTO-ISOLAMENTO: TRA SE’ E SE'”

TORNABUONI ARTE

ALIGHIERO BOETTI
Auto-isolamento: Tra sé e sé 

I tempi in cui viviamo ci costringono a vivere in isolamento e sebbene questa dimensione possa, da un lato, essere vissuta come una privazione della libertà, può anche rivelarsi una condizione essenziale per la creatività: ritrovarsi soli con se stessi senza distrazioni esterne.

Alighiero Boetti (1940-1994), forse più di ogni altro artista, ha sviluppato un’idea di creatività come atto condiviso, delegando la realizzazione delle sue opere a terzi (tra cui ricamatrici afgane ed un gran numero di assistenti), diventando così pioniere di un’idea collettiva e sociale di espressione artistica. Tuttavia, mentre viveva un periodo di solitudine e isolamento, ha creato uno straordinario ciclo di lavori chiamato Tra sé e sé.

Alighiero Boetti, 1982
”Bisogna fare cose che abbiano una loro felicità interna. Così semplici come il suono di due piattini d’ottone: din din. Ecco il senso delle cose d’oggi. Un lavoro è valido proprio quando è semplice il suo meccanismo, quando (unicamente come fatto percettivo) senti nelle cose la facilità, la spontaneità, lo stupore della cosa nata con un niente. Il din degli orientali, un piccolo suono che può dir molto o nulla, a seconda di chi lo sente”.
Alighiero Boetti, 1980
Il gioco dell’arte, di Agata Boetti, 2016
Nel 1980 l’Afghanistan diventa un territorio inaccessibile a causa del contesto politico e dell’invasione sovietica. Come per compensare, in un certo senso, questo stato di esilio forzato e dopo aver sofferto la perdita di sua madre, Alighiero Boetti si chiude nel suo studio e dà vita ad un nuovo ciclo di opere.
Il corpus di opere che nasce da questo periodo comprende l’intima serie di disegni noti come Tra sé e sé, un’espressione della sua profonda disillusione verso l’umanità, i problemi politici e le divisioni del mondo.

Boetti inizialmente concepì questa serie negli anni ’70, ispirandosi ad un gioco che aveva creato per sua figlia Agata. Tuttavia, negli anni ’80 introduce nuovi lavori nella serie, tra cui La natura una faccenda ottusa, e altri disegni resi unici dal loro processo di realizzazione. I tempi di produzione delle opere si accorciano notevolmente : realizzando questo ciclo di opere nella solitudine del suo studio, Boetti non deve più attendere che le sue ideazioni, le sue regole di creazione, vengano concretizzate da altri.

FOCUS DELL’OPERA : Tra sé e sé 
‘’Depositavamo delle mani ritagliate nella carta sul pavimento di casa. Poi iniziava una lunga linea di lettere ritagliate, poi di oggetti vari, di tutte le forme e di tutte le dimensioni… All’inizio allineavamo dei piccoli oggetti poi per accelerare il passo e raggiungere l’altro lato della stanza, dove c’erano altre due mani, si aggiungevano oggetti sempre più voluminosi. Quando questa colonna di ‘tutto’ era finita, Alighiero si metteva a una delle estremità, dietro a un paio di mani, e io all’altra. Chiudevamo la colonna. Questi oggetti erano bloccati tra lui e me. Realizzò molti disegni nei quali gli oggetti si sovrappongono formando una colonna al centro dell’opera: la serie ‘Tra sé e sé’Il nostro gioco si chiamava ‘tra me e te’, la sua opera ‘Tra sé e sé’’’.
Agata Boetti, Il Gioco dell’Arte, 2016
La natura una faccenda ottusa (Tra sé e sé), 1980
tecnica mista e vernice spray su carta stesa su tela, 150 x 100 cm
Le varie forme di oggetti di uso quotidiano raccolte in casa – forbici, un posacenere, un cucchiaio, una racchetta da ping-pong –  venivano trasposte sulla carta usando la tecnica del frottage di Max Ernst e poste al centro di un disegno caratterizzato dalle mani dell’artista, che congiunte, tengono una matita.

Questi disegni rivelano il processo produttivo di un doppio Boetti, che utilizzava sia la mano destra che quella sinistra per completare l’opera. In particolare in La natura una faccenda ottusa, Boetti ha creato un’immagine raddoppiata, piegando un disegno e lavorando sulla sua immagine riflessa, usando la tecnica della verniciatura a spruzzo attraverso una cannuccia sopra uno stencil a forma di rana.

Le forme di animali, tra cui rane, lucertole, delfini o scimmie, diventano una costante negli anni 80, che Boetti ripete all’infinito. La decisione di rappresentare questi animali è una dichiarazione di ciò che l’artista ammira maggiormente in loro: la grazia, velocità, agilità e intelligenza, ma anche il loro grande uso dei sensi.

La mano di Alighiero (indossava sempre il suo rosso anello Afghano) e centinaia ritagli di rane.
Foto di Randi Malkin.

Senza titolo (Rosso Gilera 60 1232), ca 1978,
tecnica mista e collage su carta applicata su tavola, 100 x 70 cm
“Credo di ricordare, tra i primi lavori che ho visto, Rosso Gilera, Rosso Guzzi. Sono opere che nascevano da una riflessione sulla tautologia che tante opere ha nutrito in quegli anni, quadri che non rappresentavano ma che esibivano la realtà della loro materia. Il suo lavoro era sempre legato all’oggetto, ad un’idea, ad un concetto che ne esauriva la spinta formale liberando però un gioco di riflessioni intellettuali specifiche all’idea”.
Giuseppe Penone, Alighiero Boetti, di Laura Cherubini, 2016

Due mani e una matita, 1975. Foto di Gianfranco Gorgoni
‘’Raddoppiando specularmente l’immagine del lavoro “Due mani e una matita” del 1975, tratto da una fotografia di Gianfranco Gorgoni e tratteggiato da Marco Tirelli, nel 1977 Boetti ottiene il campo entro il quale sviluppare un gruppo di opere come, appunto, “Regno animale”, ma anche, subito dopo, nel 1979, “Regno delle carte” o “Regno musicale”. Così, su grandi fogli 150 x 100 cm, la scena si svolge all’interno di due “sé”, che mostrano l’artista dall’alto, la sua testa, le sue braccia e le sue mani che tracciano una linea con la matita. Si può intuire, ancora una volta, come entro la poetica del doppio possano essere definite altre tipologie di elaborati, in un muoversi circolare, dove i lavori del passato trovano ulteriore verifica in quelli in corso, spesso nutriti, come sono, da quel che li ha preceduti’’.
 

Federico Sardella, Alighiero Boetti. Il mondo fantastico, Milano, 2018.
VIDEO
Alighiero Boetti intervistato da Antonia Mulas in occasione del progetto In prima persona, RAI, 1984
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Alighiero Boetti. Tra sé e sé
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IMMAGINI DI ESPOSIZIONI
Alighiero Boetti. Decoding his Universe: Works on paper (1968-81)
Tornabuoni Art Londra, 1 ottobre 2019 – 8 gennaio 2020
Alighiero Boetti
Tornabuoni Art Parigi, 3 febbraio – 6 aprile 2017
Alighiero Boetti Minimum / Maximum
Fondazione Cini, Venezia, 12 maggio – 12 luglio 2017
Alighiero Boetti
Art Basel 2019
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Paola Pizzighini

Sono Avvocato Giuslavorista con 10 anni di esperienza nei più affermati studi legali Milanesi a cui è seguita una lunga esperienza in Confindustria in cui ho potuto sviluppare le mie capacità relazionali ed empatiche nelle relazioni industriali e istituzionali.

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